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Un caso applicativo di rischi finanziari aziendali

Tutte le aziende di gestione del trasporto pubblico urbano presentano un fatturato condizionato dall’andamento del prezzo dei carburanti, con una correlazione diretta:

ad una crescita X del prezzo della benzina corrisponde un maggior numero di passeggeri Y. Più aumenta la benzina, più gente sarà indotta a lasciare a casa l’auto per prendere un mezzo pubblico.

L’azienda che gestisce la mobilità urbana ed extraurbana di Padova ha stimato un incremento di circa 500.000 passeggeri per l’anno 2011, a fronte di un incremento dei carburanti nell’anno pari al 14%.

Nelle due fasi analitiche (identificazione e misura) è quindi necessario per prima cosa elencare le materie prime che in qualche modo possono influenzare il Conto economico. Ad ognuna di queste associamo uno o più key driver che ci verranno utili in fase di misura e di controllo.

Assicuriamoci di non aver tralasciato alcun fattore e di non aver dimenticato qualche effetto indiretto; a questo proposito è bene verificare possibili correlazioni in modo da poter considerare l’effetto netto (gli effetti possono sommarsi o compensarsi).

Quando il quadro di questi fattori e delle relazioni interconnesse è completo, si  procede con la verifica di eventuali strumenti già esistenti di mitigazione del rischio, valutandone efficacia ed impatti a termine, ed integrando ulteriormente il netting che  dovesse emergere dagli strumenti di copertura.

Quando tutto è sul tavolo possiamo procedere con la fase di misura del rischio che può essere svolta con calcoli semplici o con i più complessi modelli stocastici.

Si stabilirà il metodo più adatto in base alle dimensioni del problema e dell’azienda, oltre che dalla complessità dei processi. La cosa importante è arrivare a stimare gli effetti perché questo ci consente di decidere se intervenire o meno, in che misura e con quali strumenti.

Così come per qualsiasi altro rischio aziendale, il primo passo è porsi il problema.

Diversamente i rischi rimarranno non identificati, così come i potenziali vantaggi insiti nella loro gestione. L’approccio proattivo, invece, consente invece di risparmiare. Risparmi concreti ed immediati, non futuri ed aleatori.

Articolo scritto per la rivista Euroconference a Gennaio 2013